La sostenibilità, il cuore del nostro business model

Mentre il mondo di oggi cambia velocemente, i consumatori richiedono sempre più prodotti e servizi che rispondano a specifiche esigenze. Allo stesso tempo, ci si aspetta che le organizzazioni agiscano per ridurre il loro impatto sull'ambiente.
Che attività sta intraprendendo DS Smith per soddisfare le nuove necessità? Quali persone vengono coinvolte? E come vengono misurati i risultati raggiunti?
Andiamo a scoprirlo nell’intervista presentata a Paolo Marini - Managing Director DS Smith Packaging Italia – per Non Solo Ambiente, webmagazine dedicato alla sostenibilità.

Da dove nasce la necessità della vostra azienda di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?

La sostenibilità è un concetto complesso, fatto di diverse componenti che richiedono un approccio sistemico, orientato all’ascolto di tutto ciò che ci circonda. In DS Smith, rappresenta il cuore di tutto il nostro business model, non solo come approccio, ma anche come nostro Purpose, cioè “Ridefinire il Packaging per un mondo in evoluzione”. Un mondo in cui i consumatori sono sempre più consapevoli del cambiamento climatico e dei suoi effetti sul pianeta e sulle generazioni future, verso cui le aziende, come cittadini e consumatori, hanno delle responsabilità. Progettiamo e produciamo soluzioni di packaging sostenibili e innovative, utilizzando principalmente fibre, carta e materiali rinnovabili e innovativi. 

Paolo Marini, Managing Director DS Smith Packaging Italia

Integrare la tecnologia nella strategia e negli obiettivi di sostenibilità permette di fare la differenza. È per questo che abbiamo definito chiari obiettivi per le generazioni del presente e del futuro, attraverso la nostra Strategia di Sostenibilità Per il Presente e per il Futuro. Avere uno scopo più grande. È questo ciò che ci guida giorno dopo giorno.

— Paolo Marini, Managing Director DS Smith Packaging Italia


L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?

Parte del nostro lavoro è votato a guidare il processo di transizione verso un’economia circolare e porre le persone al centro è il punto fondamentale. La nostra Strategia di Sostenibilità passa attraverso il coinvolgimento e l’educazione di tutti gli stakeholder, dai dipendenti ai clienti, fino ad arrivare alle future generazioni. Entro il 2025 coinvolgeremo tutto il personale nell’economia circolare attraverso corsi di formazione sui principi di design circolare per tutti i nostri 700 designer e svilupperemo programmi relativi alle best practice, anche attraverso la nostra relazione con la Fondazione Ellen MacArthur.

Inoltre, coinvolgeremo 5 milioni di giovani in programmi di educazione e sensibilizzazione per l’adozione di stili di vita sostenibili, creando programmi per le comunità locali e piani di lezioni scolastiche.


Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?

Adottare modelli di business sostenibili e circolari, implica un costante monitoraggio di quello che si sta facendo e della direzione che si sta prendendo. DS Smith misura le performance dei suoi imballaggi attraverso le Circular Design Metrics, uno nuovo strumento innovativo che permette di vedere e confrontare le proprie prestazioni attraverso una serie di 8 indicatori, come la riciclabilità dei materiali o l'ottimizzazione della catena di fornitura.

Non ci limitiamo alle performance del nostro packaging, in quanto valutiamo i vari aspetti della sostenibilità per l’intera azienda. Ci affidiamo a sistemi di reportistica di Gestione Certificati in accordo alla ISO 50001 ed ISO 14001 e, attraverso il portale Certus, misuriamo le performance relative agli aspetti ambientali (acqua, emissioni, fonti energetiche, materie prime, rifiuti, ecc). Collaboriamo anche con ESCO per il mantenimento del Sistema di Gestione Energia, gli interventi di efficientamento energetico e le diagnosi energetiche.

Infine, attraverso Circulytics, lo strumento sviluppato dalla Ellen MacArthur Foundation, misuriamo le prestazioni in termini di economia circolare dell’intera azienda. Rispetto all’anno scorso siamo passati da una “B+” a una “A”.

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificata come driver di crescita o competizione?

È ormai indubbio che la sostenibilità contribuisca al business, in qualunque settore. Spinte anche dalle agende di governi ed enti regolatori, le aziende si stanno trasformando e stanno ridefinendo i propri modelli di business con uno sguardo attento alle tematiche legate alla sostenibilità, anche in ottica di competitività. Ma l’uno non esclude l’altro. Le performance di sostenibilità, ed i ricavi derivanti da esse, di un’azienda possono fungere da motore di sviluppo responsabile per altre e per l’intero settore. Un circolo virtuoso, in cui a beneficiarne sono principalmente le persone ed il pianeta.


In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?

Sostenibilità e innovazione sono le uniche due cose che la pandemia non ha fermato, ma ha contribuito ad accelerare. Sono due asset fondamentali, capaci di accrescere il valore di un business. Integrare questi due approcci all’interno delle proprie strategie d’impresa, significa creare le basi per una ripresa robusta e solida. Infatti, le aziende che avevano adottato modelli sostenibili, prima dello scoppio della pandemia, sono state più resistenti, a dimostrazione concreta che implementare questa scelta, abbinata ad investimenti in R&S è un aspetto fondamentale.