”The Power of Less” in azione: la razionalizzazione dei cassonetti

Quanto vi costano i cassonetti pieni d’aria?

Al giorno d'oggi la maggior parte delle persone ricicla in casa, ma in molti risentono del fatto che sul posto di lavoro non vengano offerte grandi opportunità di riciclo. Il motivo per cui le persone cercano maggiori occasioni di riciclaggio dei rifiuti commerciali è di facile comprensione. Prendiamo il Regno Unito, ad esempio. Qui sono tre le cose per cui le aziende pagano quando i rifiuti vengono inviati alla discarica: il costo per il sollevamento di ogni cassonetto (incluso il trasporto); il costo a tonnellata per l’invio dei rifiuti in discarica e la tassa sulle discariche (che da sola supera le 80 sterline a tonnellata, ovvero circa 115 euro). L'aspetto frustrante di tutto questo (ebbene sì, l'invio di rifiuti alla discarica è causa di molte frustrazioni) è che le aziende spesso pagano un prezzo forfettario in base al quale si presume che il cassonetto sia sempre pieno. Ciò significa che, a meno che i cassonetti siano effettivamente pieni di rifiuti, le aziende pagano per far rimuovere e inviare in discarica solo aria. Non serve essere particolarmente cinici per rendersi conto che il più delle volte una società di gestione dei rifiuti agisce nel proprio interesse quando invia i propri mezzi a svuotare cassonetti parzialmente vuoti. Inoltre, la società trae ulteriore profitto dallo spazio inutilizzato in discarica, che potrà essenzialmente essere rivenduto. Ora, non stiamo dicendo che esiste una grande cospirazione ad opera delle società di gestione dei rifiuti, ma semplicemente che non è nel loro interesse risolvere il problema dei cassonetti mezzi vuoti.

Ed è qui che devono entrare in gioco le aziende. Naturalmente, più si ricicla, meno si risulta esposti a questo tipo di problema, ma quando si devono smaltire i rifiuti non riciclabili contenuti nei cassonetti occorre per lo meno accertarsi che al momento della raccolta questi siano pieni.  Se non lo sono, bisogna capire perché. Sono troppo grandi? Sono troppo numerosi? La raccolta avviene con eccessiva frequenza? Sono queste le domande che le aziende devono porsi, se vogliono evitare di pagare lo smaltimento di “aria fresca”.

Quando esaminiamo la sede di un cliente, una delle prime cose che controlliamo è lo spazio vuoto nei cassonetti, per capire se possiamo ridurre il numero di servizi e ridurre la sovracapacità. Si tratta della prima fase di un processo chiamato "razionalizzazione dei cassonetti". Non è raro trovare aziende che operano con una sovracapacità tra il 30 e il 50%, e questo fattore è direttamente connesso ai costi extra.

I vostri cassonetti possono sembrare strapieni, ma se due terzi del loro contenuto è costituito da cartone riciclabile che non è stato appiattito, nel migliore dei casi saranno pieni solo per un terzo. A proposito del riciclaggio di cartone, l'argomento potrebbe sembrare piuttosto semplice, visto che il materiale in questione presenta già elevati tassi di riciclaggio. Tuttavia, anche le aziende che vantano programmi di riciclaggio molto avanzati, arrivando a riciclare anche migliaia di tonnellate di cartone, mi lasciano sbalordito per la quantità di cartone che ancora gettano nei cassonetti dei rifiuti.

Il cartone e l'aria fresca sono due dei "soliti sospetti" che troviamo nei cassonetti dei rifiuti aziendali. Tuttavia, si può fare di più. Ad esempio, in presenza di grandi quantitativi di pellicola in plastica, guaina termoretraibile o plastica per pallet, iniziamo a collaborare con i clienti per trovare sbocchi alternativi per questo tipo di materiali. Spesso per le grandi aziende che gestiscono elevati volumi è più facile trovare servizi di riciclaggio che si occupino di tali materiali. In un settore improntato sul peso, la raccolta di grandi volumi di materiale riciclabile costituisce sempre una soluzione più vantaggiosa, sia per chi li produce che per chi li raccoglie. Quindi la sfida è più ardua per le PMI, che spesso, ma non sempre, hanno flussi di rifiuti più ridotti. In ogni caso la legislazione, unitamente alla domanda in aumento, sta mettendo a disposizione un numero sempre maggiore di servizi di riciclaggio.

Nessuno vuole che i propri rifiuti aziendali destinati alla combustione o alla discarica contengano materiali utili. La razionalizzazione dei cassonetti è la scelta vincente in ogni fase del ciclo di fornitura. Il servizio risulta più economico e una raccolta meno frequente prevede meno viaggi per i veicoli con conseguente riduzione delle emissioni. Creiamo nuovi flussi di valore riciclando i materiali invece di distruggerli. L'intero processo di gestione dei rifiuti aziendali diventa più efficiente e più orientato alle risorse. In pratica, cerchiamo di fare di più con meno: meno rifiuti, più riciclaggio. Tutto considerato, questo è il potere della razionalizzazione dei cassonetti.

Non si tratta, infatti, di una semplice riduzione della capacità dei cassonetti. Si tratta, piuttosto, di un'etica più complessa improntata sulla riduzione dei rifiuti: dobbiamo cambiare il modo in cui le aziende percepiscono i temi della gestione e del riciclaggio dei rifiuti.

Gran parte del nostro lavoro è incentrato sull'eliminazione dei rifiuti ancora prima che possano diventare tali. All'altro estremo, se si aiutano gli individui a concentrarsi su quello che gettano via, si ottengono due risultati: in primo luogo si concentreranno maggiormente sul riciclaggio e poi, osservando quello che gettano, inizieranno a notare degli schemi.   I cassonetti dei nostri clienti sono spesso pieni di polistirolo, un materiale difficile da riciclare visto che è ingombrante e leggero, mentre la logistica è costosa. Ma non sarebbe più logico pensare di sostituire il polistirolo con materiali più semplici da riciclare? Le aziende devono riportare la gestione dei rifiuti all'inizio della catena stessa di smaltimento, e ridurli alla fonte. Devono pensare a riutilizzare quello che hanno, prima di gettarlo via. Perché questi materiali non possono più essere utilizzati? Si possono riciclare? In sostanza, occorre fare attenzione a cosa si introduce nel proprio ciclo di fornitura aziendale prima di effettuare un acquisto o sviluppare un processo.

Cambiamento culturale e paladini del riciclo

Cambiare il proprio approccio alla gestione e al riciclaggio dei rifiuti è un cambiamento culturale che deve essere implementato dall'alto verso il basso, coinvolgendo ogni settore dell'azienda. Le pressioni subite ogni giorno sul posto di lavoro possono portare le persone a mettere da parte le migliori intenzioni. Per questo promuoviamo il coinvolgimento dei clienti partendo dai vertici aziendali. Definiamo la portata del progetto e lo implementiamo iniziando dai livelli superiori e ridiscendendo verso i successivi livelli di consenso (responsabili regionali, di area, del punto vendita o della struttura), per poi puntare al coinvolgimento di veri e propri paladini del riciclo in azienda.

Dal rivenditore a livello nazionale al negozietto di quartiere, dal grande stabilimento produttivo alla piccola fabbrica, ogni impresa ha l'opportunità di sfruttare il potere della riduzione dei cassonetti e di conseguire un duplice obiettivo: migliori risultati finanziari e migliori prestazioni ambientali.

 

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